Il Presidente Napolitano ha firmato il decreto legge sulla manovra bis. Ora spetterà al Parlamento convertire in legge la finanziaria aggiuntiva del governo Berlusconi.
Il Quirinale ha risposto con solerzia e i contenuti del provvedimento sono stati esaminati attentamente prima della promulga. Il presidente della Repubblica ha poi conseguentemente apposto la sua firma sul decreto d’urgenza come prevede la costituzione italiana. Dopo la settimana di riposo ferragostana sono ripresi i lavori parlamenti con il consenso di tutti i capogruppo di maggioranza e opposizione d’accordo soprattutto sulla riapertura anticipata dell’Emiciclo. Il decreto sulla manovra aggiuntiva dovrebbe essere discusso in Aula lunedì 5 settembre e andare a votazione il giorno successivo.
Molte le critiche e i distinguo sia da parte dell’opposizione che nella maggioranza stessa sui vari punti della manovra.
Un “regalo alle ecomafie”, così il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo definisce l’abolizione del Sistri, il sistema per la tracciabilità dei rifiuti, provvedimento contenuto nel decreto anti-crisi e illustrato a Palazzo Chigi dal collega per la Semplificazione Roberto Calderoli. La Prestigiacomo dice che la manovra su questo punto è da rivedere e emendare: “La tracciabilità dei rifiuti è un obbligo comunitario che consente di seguire il percorso dal produttore allo smaltimento finale, contrastando tutti gli smaltimenti illeciti che hanno ingrassato per decenni le ecomafie. Il Sistri è anche a costo zero per le casse dello Stato” argomenta il ministro, che annuncia la discussione in Parlamento sul tema per “non gettare al vento quanto fatto finora”.
Critiche anche le associazioni ambientaliste: per Wwf e Legambiente l’abolizione del Sistri sarebbe un falso risparmio perchè brucerebbe gli investimenti. Così, dicono, la lotta all’illegalità ambientale diventa “un’operazione di facciata”.
Per quanto fortemente critici su alcune scelte tecnologiche e di processo, non possiamo non condividere che buttare alle ortiche gli ingenti investimenti di tutta la filiera su questa operazione di modernizzazione è un vero e proprio spreco, altro che un risparmio!
Siamo fiduciosi che in sede di discussione parlamentare si valuteranno con la dovuta ponderatezza tutti i pro e i contro e, magari con la completa revisione del sistema e la sua semplificazione, si possa proseguire il cammino di modernizzazione del Paese nei tempi necessari ed opportuni.
Sta di fatto che per ora Sistri non c’è più ed il 1 settembre le Imprese continueranno ad operare con le precedenti procedure cartacee, peraltro ancora in vigore nel regime transitorio.
Loro continuano a prorogare e/o abrogare il sistri, ma stanno pensando come restituire a tutte le aziende i fondi investiti in questa attività? Si parla non solo delle qualche centinaia di euro investite dalle piccole aziende ma si stima che le aziende che gestiscono i rifiuti, che li trasportano e che li smaltiscono hanno già investito oltre che al loro tempo anche cifre che superano i 40.000 euro tra black box (installati sui mezzi), chiavette, corsi, personale assunto per eseguire le operazioni di tenuta dei registri informatici.
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